Queste due specie, ed altre
come la canforata, sono tutte impiegate sia in medicina che in liquoreria,
spesso in sostituzione
dell'assenzio.
GENERALITÀ Sono
piante erbacee a rizoma perenne, della famiglia delle Compositae. Il rizoma
porta dei fusti eretti, alti fino a un metro e più. Le foglie, alterne
sul fusto, sono pennatifide, a lobi divisi in strette lacinie. La pagina
superiore è lucida, di color verde intenso, l'inferiore invece sericea e
di color argenteo. I fiori sono riuniti in
un'infiorescenza grandissima a pannocchia, di aspetto più o meno
piramidale, formata da numerosissimi piccoli capolini che alla fioritura
assumono un color giallo aranciato o bruno. I frutti sono dei piccoli
acheni. L'Artemisia Verlotorum è pianta
molto più aromatica dell'Artemisia vulgaris e quindi di maggior pregio,
soprattutto in liquoreria. Si utilizzano di queste
piante le sommità fiorite, come per l'assenzio. In qualche caso si
utilizzano anche le foglie.
IMPIEGO
TERAPEUTICO Questa pianta era senz'altro conosciuta
nell'antichità e viene citata nei maggiori trattati dell'epoca greca e
romana. Nel Medioevo veniva impiegata contro le febbri, l'epilessia, le
nevralgie, il vomito. Successivamente si scoprirono le sue proprietà
digestive e toniche. Le proprietà oggi
riconosciute a queste specie di artemisia sono quelle toniche, digestive,
stomachiche, febbrifughe, antispastiche, calmanti, vermifughe, vulnerarie,
diuretiche ed emmenagoghe. L'artemisia fortifica
l'apparato gastrico, è indicata negli stati di anemia e nella debolezza
generale è un ricostituente ottimo nelle convalescenze, dopo lunghe
degenze a letto. è molto indicata in associazione con la melissa e
l'angelica. Le radici, oltre la stessa pianta,
risultano efficaci nelle turbe nervose, nel vomito, nelle nevralgie,
nell'epilessia e nell'isterismo. Inoltre l'artemisia, come l'assenzio, è
utile nei calcoli renali ed epatici. Contro i vermi, ascaridi e ossiuri, si
associa frequentemente al tanaceto, all'assenzio, all'iperico e alla
camomilla. I principi attivi dell'artemisia sono
sostanze amare e aromatiche, olii essenziali e
tannini. Nella pratica popolare si usa l'artemisia
per regolarizzare il ciclo mestruale. L'uso in tal caso dev'essere moderato e
ogni tanto sospeso, per evitare disturbi nervosi generali. A dosi elevate
l'artemisia può essere un
abortivo.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizzano l'infuso, la tintura vinosa, l'elisir. L'infuso si
prepara con 20 g di sommità fiorite finemente frantumate per litro
d'acqua bollente. Se ne prende un bicchierino dopo i pasti
principali. La tintura vinosa si prepara
utilizzando di preferenza l'A. Abrotanum, sommità fiorite secche, in
ragione di 20 g per litro di vino bianco. Si lascia a macero per una settimana.
Si beve a bicchierini prima o dopo i pasti (non più di tre al
giorno). L'elisir si prepara con 10 g di artemisia
secca sminuzzata finemente; si aggiungono 300 cc di alcool; si lascia riposare 8
giorni e si filtra; si aggiungono 300 g di zucchero e 300 cc di acqua; si lascia
infine stagionare per 20-30 giorni. Si può aggiungere al macerato, gli
ultimi 5 giorni, una scorza di limone, di cedro o di arancio. Si filtra o si
decanta. Si beve l'elisir a bicchierini, dopo i pasti come digestivo, o prima
dei pasti come aperitivo. Per regolare i flussi
mestruali è indicato l'infuso sopradescritto, una o due tazzine al
mattino a digiuno.
- Uso esterno: si
utilizza il decotto o l'olio infuso. Il decotto si prepara come sopradetto e
l'olio infuso con 100 g di artemisia finemente triturata per litro di olio
d'oliva. Si lascia a macero per 10 giorni. L'olio serve per lozioni o frizioni
locali, o per disinfettare le ferite e le piaghe. Il decotto si utilizza per
preparare impacchi.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE L'artemisia va raccolta al momento
della fioritura, che per queste piante arriva assai tardi, in autunno inoltrato.
Spesso molte piante non arrivano neppure a fiorire, per il sopraggiungere del
freddo e delle nebbie. Si deve raccogliere tagliando le sommità a 15-20
cm da terra, in giornate asciutte e quando la rugiada è scomparsa. Si
preparano mazzi di 5-10 piante, che vengono messi ad essiccare capovolti, appesi
a un filo, meglio se all'ombra, in locale caldo, asciutto, ben aerato. A
essiccamento completo si possono tagliare le sommità, per
comodità, in pezzi lunghi 10-15 cm. Si
conserva di preferenza in sacchetti di carta ben sigillata. L'artemisia va
rinnovata ogni anno.
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